Una guida completa per garantire la continuità operativa e proteggere i tuoi impianti industriali dalle minacce informatiche con soluzioni avanzate di sicurezza OT
Indice
- Cos’è la cyber resilience
- Il ruolo della Direttiva NIS2 nella Cyber Resilience e come adeguarsi
- Perché la cyber resilience è importante per le aziende
- Differenza tra Cyber resilience e cybersecurity
- Come costruire una strategia di cyber resilience efficace
- Cyber resilience e industria: come ridurre i rischi
- Esempi pratici di cyber resilience
- I benefici della cyber resilience per la continuità operativa aziendale
- La cyber resilience come parte della strategia di sicurezza aziendale
Cos’è la cyber resilience
La cyber resilience (resilienza informatica) si riferisce alla capacità di un’organizzazione di prevenire, resistere, recuperare e ripristinare i dati il più velocemente possibile in caso di attacchi informatici o interruzioni digitali, minimizzando l’impatto sulle operazioni aziendali ed evitando l’interruzione del servizio. In altre parole, è la capacità di un’azienda di mitigare i danni complessivi ai sistemi, ai processi e alla reputazione e di portare avanti le attività.
Per le aziende, un adeguato livello di cyber resilience e di competenza nella sicurezza delle informazioni ha un forte impatto sulla:
• continuità operativa: riduce il rischio di interruzioni dovute ad attacchi informatici avversi.
• protezione dei dati: salvaguarda informazioni sensibili e proprietà intellettuale.
• affidabilità e reputazione: mantiene la fiducia di clienti e partner.
• riduzione dei costi: previene perdite economiche derivanti da violazioni o downtime.
• conformità normativa: aiuta a rispettare le regolamentazioni sulla sicurezza informatica.
Cosa dicono i Report?
Secondo il Rapporto Clusit 2024, nei primi sei mesi dell’anno gli attacchi cyber sono aumentati del 23% rispetto al semestre precedente, con una media di 9 attacchi significativi al giorno a livello mondiale; in Italia il 7,6% degli incidenti. Gli eventi classificati come “critici” o “gravi” rappresentano ormai oltre l’81% del totale. La sanità è il settore più colpito a livello globale. In Italia bersagliato il manifatturiero, ma gli attacchi alla sanità crescono dell’83% rispetto al primo semestre 2023.
Secondo il rapporto “Global Cybersecurity Risks Report 2024”, pubblicato da Cybersecurity Ventures, il costo globale dei cybercrimini raggiungerà i 10,5 trilioni di dollari entro il 2025. Inoltre, il numero di attacchi informatici è in costante aumento, con un tasso di crescita del 15% annuo.
Se la cyber resilience si misura in base alla velocità con cui un’azienda può recuperare i dati e ripristinare i processi aziendali dopo un attacco, senza compromettere la continuità operativa, qual è il tempo di ripristino accettabile?
A livello globale, il “Global Cyber Resilience Report 2024” di Cohesity evidenzia un divario tra la fiducia nelle strategie di cyber resilience e la loro effettiva implementazione. Il sondaggio condotto nel 2024 su 3.139 decisori IT e Security Operations (SecOps) di organizzazioni pubbliche e private in otto paesi, ha evidenziato che solo il 2% degli intervistati è in grado di recuperare i dati e ripristinare i processi aziendali entro 24 ore.
- Il 18% degli intervistati ha affermato che la propria azienda sarebbe in grado di recuperare i dati e ripristinare i processi aziendali entro 1-3 giorni.
- Il 32% ha dichiarato che il tempo necessario sarebbe tra 4 e 6 giorni.
- Il 31% avrebbe bisogno di 1-2 settimane.
- Quasi 1 su 6 (16%) richiederebbe più di 3 settimane.
Cos’è il Cyber Resilience Act
In risposta alle crescenti minacce informatiche che colpiscono hardware e software, l’Unione Europea ha introdotto il “Cyber Resilience Act” (CRA), che impone obblighi di sicurezza informatica più stringenti per i produttori di hardware e software. Entrato in vigore il 10 dicembre 2024 e pienamente applicabile dall’11 dicembre 2027, il nuovo Regolamento Europeo 2024/2847, relativo a requisiti orizzontali (ovvero generali) di cybersecurity per i prodotti con elementi digitali, rappresenta un passo in avanti importante per l’incremento della sicurezza in tutti i prodotti IoT, connessi tra loro e/o alla Rete.
La norma affronta il problema dell’inadeguata sicurezza informatica di molti prodotti e della mancanza di aggiornamenti tempestivi per garantirne la protezione, ridistribuendo la responsabilità verso i produttori e assicurando che i prodotti con componenti digitali immessi sul mercato europeo rispettino rigorosi standard di cybersecurity. Il regolamento stabilisce obblighi vincolanti per produttori e rivenditori, che dovranno garantire la sicurezza dei prodotti in ogni fase, dalla progettazione allo sviluppo, fino alla manutenzione. Inoltre, impone ai produttori di garantire la sicurezza dei loro prodotti per tutto il ciclo di vita. Per alcuni prodotti critici dal punto di vista della sicurezza informatica sarà necessario un controllo da parte di un organismo terzo autorizzato prima dell’immissione sul mercato dell’UE.
Il Cyber Resilience Act (CRA) nasce proprio con l’obiettivo di tutelare consumatori e imprese che acquistano prodotti hardware o software con componenti digitali. Il fine ultimo è senz’altro quello di aumentare la sicurezza degli utilizzatori finali e la resilienza informatica delle infrastrutture critiche contribuendo, di conseguenza, a creare un ecosistema digitale più sicuro.
Questa normativa è fondamentale per tutelare aziende e cittadini in un contesto sempre più digitale e interconnesso.
L’impatto del Cyber Resilience Act sulla Sicurezza OT
Lo sviluppo dell’Industria 4.0 ha portato in ambito industriale ad una più estesa connettività, in cui anche i sistemi OT, che generalmente comprendono i sistemi di controllo industriale (ICS) – sistemi di supervisione e acquisizione dati (SCADA), sistemi di controllo distribuito (DCS) e controllori a logica programmabile (PLC) – sono stati connessi alle reti IT per consentire il trasferimento e lo scambio dei dati critici del business o essere gestiti da remoto. L’integrazione IT/OT, ormai divenuta una consolidata realtà, espone di conseguenza le risorse OT e ICS agli attacchi informatici, che possono propagarsi dal dominio IT agli ambienti operativi.
L’OT Cybersecurity si riferisce proprio alla protezione dei sistemi fisici e dei processi operativi utilizzati nell’ambito industriale e delle infrastrutture critiche (CIP), per esempio quelli impiegati nel settore manifatturiero, energetico o dei trasporti, con l’obiettivo di garantire la continuità operativa e ridurre il rischio di danni fisici.
Il Cyber Resilience Act ha un impatto significativo sulla sicurezza delle tecnologie operative (OT).
Questa normativa spinge le industrie a rafforzare la sicurezza informatica delle loro infrastrutture OT, riducendo il rischio di cyberattacchi con impatti operativi gravi.
Un nuovo report di Claroty, “State of CPS Security 2025: OT Exposures”, evidenzia che il principale problema di sicurezza per l’OT è il ransomware. Identificate più di 111mila vulnerabilità note sfruttabili (Known Exploitable Vulnerabilities, Kev) in dispositivi OT di organizzazioni nei settori manifattura, logistica, trasporti e risorse naturali. Il settore più a rischio è il manifatturiero con oltre 96mila sulle 111mila trovate; il 68% delle Kev è collegato ad attività ransomware. Come intuibile, un attacco di questo tipo su un sistema OT può causare interruzioni di operatività estese, con effetti molto tangibili. Il 40% delle organizzazioni osservate ha degli asset connessi in modo non sicuro a Internet.
Il ruolo della Direttiva NIS2 nella Cyber Resilience e come adeguarsi
La Direttiva NIS2 è la nuova normativa europea sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi, che aggiorna e amplia la precedente Direttiva NIS, abrogata ad ottobre 2024, per migliorare la cyber resilience delle infrastrutture critiche e dei servizi essenziali. Il suo obiettivo è rafforzare la protezione contro minacce informatiche, garantendo una maggiore sicurezza per aziende e pubbliche amministrazioni.
La NIS2 impone un cambiamento radicale di mentalità nell’ottica di un approccio continuo alla gestione della cyber security.
Questa direttiva si integra con il Cyber Resilience Act, ampliando il numero di settori e servizi critici soggetti a requisiti di sicurezza più stringenti, tra cui energia, trasporti, sanità, industria manifatturiera e servizi digitali, esclusi dalla direttiva NIS originale. La NIS2 amplia sia la lista dei soggetti coinvolti che quella dei requisiti minimi che le aziende devono garantire per rendere più sicure le supply chain.
Come adeguarsi e i benefici per le aziende
Per conformarsi alla NIS2, le aziende devono adottare una strategia di protezione risk based, analizzando la sicurezza dei sistemi informativi con operazioni di vulnerability assessment, penetration test, incident response e business Continuity, per identificare le aree di intervento e le misure da adottare dal punto di vista tecnico, operativo e organizzativo al fine di:
- implementare misure di sicurezza avanzate, come gestione del rischio e monitoraggio continuo delle minacce;
- adottare procedure di risposta agli incidenti, garantendo tempi rapidi di reazione e mitigazione;
- assicurarsi che la propria supply chain rispetti gli stessi standard di sicurezza;
- rafforzare la collaborazione con le autorità competenti e rispettare gli obblighi di segnalazione degli attacchi informatici.
L’adeguamento alla NIS2 non è solo un obbligo normativo, ma porta vantaggi concreti: maggiore protezione dai cyberattacchi, continuità operativa assicurata e maggiore fiducia da parte di clienti e partner. Investire nella cyber resilience significa garantire competitività e sicurezza in un mondo sempre più digitale e interconnesso.
Perché la cyber resilience è importante per le aziende
La cyber resilience è un elemento chiave per la sicurezza delle aziende, poiché consente di gestire efficacemente i rischi informatici, garantire la continuità operativa e proteggere i dati aziendali da minacce sempre più sofisticate. Investire nella cyber resilience non è più una scelta, ma una necessità per tutte le aziende, indipendentemente dal settore. Essere resilienti non significa solo difendersi, ma anche potersi riprendere rapidamente senza compromettere le attività aziendali.
Gestione dei rischi e protezione dei dati
Le aziende sono costantemente esposte a minacce come ransomware, attacchi DDoS e phishing, che possono mettere a rischio non solo i dati sensibili, ma anche la reputazione e la fiducia dei clienti. La cyber resilience permette di adottare un approccio proattivo alla sicurezza, combinando strumenti di prevenzione, rilevamento e risposta agli incidenti.
Continuità operativa e ripristino rapido
Un’azienda cyber-resiliente è in grado di garantire la continuità del business anche in caso di attacco. Settori critici come la sanità e le telecomunicazioni non possono permettersi interruzioni prolungate, motivo per cui adottano misure specifiche per il ripristino rapido delle operazioni.
Qualche esempio di aziende che hanno implementato la cyber resilience:
- Microsoft ha sviluppato strategie avanzate di backup e disaster recovery per proteggere i propri servizi cloud da attacchi e interruzioni.
- Tesla utilizza una combinazione di intelligenza artificiale e monitoraggio continuo per rilevare minacce e proteggere i propri veicoli connessi.
- IBM ha creato piattaforme di simulazione di attacchi informatici per testare la capacità di ripristino delle aziende e migliorare le strategie di cyber resilience.
- JP Morgan Chase investe miliardi di dollari nella sicurezza informatica per proteggere i dati finanziari dei propri clienti, implementando strategie avanzate di cyber resilience.
- Maersk, gigante della logistica, che dopo un attacco ransomware ha investito massicciamente nella cyber resilience per evitare future interruzioni delle sue catene di approvvigionamento.
Le organizzazioni che adottano un approccio resiliente alla cybersecurity non solo minimizzano le perdite in caso di attacco, ma si garantiscono anche un vantaggio competitivo, proteggendo dati, operazioni e reputazione.
Differenza tra Cyber resilience e cybersecurity
La cybersecurity e la cyber resilience sono due concetti strettamente collegati ma distinti, entrambi fondamentali per la sicurezza delle aziende e delle organizzazioni. Mentre la cybersecurity si concentra sulla protezione preventiva dei sistemi, la cyber resilience si focalizza sulla capacità di un’organizzazione di resistere, rispondere e riprendersi dagli attacchi informatici. Perché questo accada, tuttavia, è necessaria una strategia ben definita e proattiva, che includa la pianificazione di obiettivi chiari, l’assegnazione di ruoli e responsabilità specifiche e la definizione delle priorità aziendali. È fondamentale implementare misure tecniche e organizzative efficaci per proteggere i dati e le applicazioni critiche, garantendo la loro disponibilità e un rapido ripristino in caso di attacco, così da preservare la continuità operativa dell’azienda.
Cybersecurity: la prima linea della difesa
La cybersecurity rappresenta la prima linea della difesa e comprende tutte le misure tecniche, procedurali e organizzative adottate per prevenire violazioni di sicurezza, includendo:
L’obiettivo della cybersecurity è ridurre al minimo il rischio di attacchi e prevenire accessi non autorizzati ai dati e ai sistemi aziendali.
Cyber Resilience: la capacità di ripresa
Nonostante le migliori misure di sicurezza, nessun sistema è invulnerabile. La cyber resilience entra in gioco quando un attacco ha successo, limitando i danni e ripristinando rapidamente le operazioni per assicurare la continuità di funzionamento, senza subire impatti devastanti. Gli elementi chiave della cyber resilience includono:
Un approccio complementare Cybersecurity e cyber resilience non sono alternative, ma rappresentano due facce della stessa medaglia. La cybersecurity cerca di impedire gli attacchi, mentre la cyber resilience garantisce che, in caso di violazione, l’azienda possa riprendersi rapidamente senza compromettere la continuità operativa. Un’organizzazione realmente sicura deve adottare entrambe le strategie per proteggersi in modo efficace nel panorama delle minacce digitali in continua evoluzione.
Come costruire una strategia di cyber resilience efficace
Per garantire la continuità operativa e proteggere i dati aziendali, è essenziale adottare una strategia di cyber resilience strutturata volta a preservare la continuità operativa e l’integrità dei dati (Data Integrity) raccolti, che può essere compromessa da diversi fattori, tra cui errori umani e di trasmissione, malware e virus e improvvisi guasti dell’hardware.
Ecco una guida passo-passo per implementarla:
- Valutazione del rischio: analizzare le vulnerabilità dell’infrastruttura IT e i potenziali impatti di un attacco.
- Protezione dei sistemi: implementare soluzioni di cybersecurity robuste, come firewall, crittografia e autenticazione a più fattori (MFA).
- Monitoraggio continuo: utilizzare strumenti di rilevamento delle minacce per individuare anomalie e prevenire attacchi in tempo reale.
- Backup e disaster recovery: creare copie di sicurezza dei dati critici e testare regolarmente i piani di ripristino per garantire la continuità aziendale.
- Test di penetrazione e simulazioni: verificare la resilienza dei sistemi attraverso esercitazioni di attacco e migliorare le procedure di risposta agli incidenti.
- Garanzia dell’integrità dei dati: adottare misure che riducano i rischi legati al verificarsi di uno o più dei fattori di compromissione per rafforzarne la protezione.
Una strategia efficace combina prevenzione, rilevamento e risposta per minimizzare i rischi e garantire la continuità del business anche in caso di attacco informatico.
Analisi delle vulnerabilità aziendali
Identificare le vulnerabilità nei sistemi aziendali è un passo cruciale per rafforzare la cyber resilience e prevenire attacchi informatici. Le vulnerabilità possono riguardare diversi aspetti, tra cui software obsoleto, configurazioni errate, mancanza di aggiornamenti di sicurezza e errori umani.
Per individuare questi punti deboli, è fondamentale condurre regolarmente:
- Assessment di sicurezza: audit periodici per verificare la conformità alle best practice di cybersecurity;
- Test di penetrazione: simulazioni di attacchi per valutare la robustezza delle difese aziendali.
- Monitoraggio continuo: analisi in tempo reale per rilevare anomalie e attività sospette.
Le vulnerabilità trascurate possono compromettere la capacità dell’azienda di rispondere a un attacco, causando interruzioni operative, perdite economiche e danni alla reputazione. Un’analisi approfondita consente di adottare misure correttive tempestive, migliorando la sicurezza complessiva e la capacità di ripristino post-incidente.
Tecnologie chiave per migliorare la resilienza cibernetica
Se non gestiti correttamente, l’integrazione IT/OT e il conseguente incremento di connettività dei sistemi OT possono portare a danni economici molto ingenti e all’aumento dei rischi per i sistemi produttivi. Per aumentare la protezione della rete di fabbrica e garantire la continuità operativa degli impianti, nelle moderne infrastrutture OT/IT è fondamentale creare un segmento di rete sicuro. Questo permette di isolare le aree più critiche, proteggere dati e sistemi da attacchi informatici e utilizzi impropri, senza compromettere l’accesso in tempo reale ai dati OT/ICS e garantendo trasferimenti sicuri tra IT e OT.
In tal senso, l’adozione di tecnologie avanzate e strumenti come firewall di nuova generazione, software di protezione endpoint e soluzioni di rilevamento avanzato delle minacce consente di prevenire, rilevare e rispondere rapidamente agli attacchi, rafforzando la cyber resilience e proteggendo le aziende dalle minacce informatiche.
L’integrazione di queste tecnologie con una strategia di sicurezza ben strutturata permette alle aziende di migliorare la loro capacità di resistere agli attacchi informatici e riprendersi rapidamente.
Cyber resilience e industria: come ridurre i rischi
La costante crescita dei rischi e delle minacce informatiche, connessa con l’interconnessione sempre più diffusa degli impianti industriali, ha reso la sicurezza degli impianti sempre più necessaria, soprattutto per quelli più critici in cui è direttamente coinvolto l’interesse nazionale, ed ha portato ad una rapida evoluzione dell’industrial cyber security. Come fare fronte a una problematica così importante?
Per proteggere i sistemi industriali, è necessario adottare un approccio olistico alla Cyber Resilience che unisca tecnologie avanzate ad una migliore cultura e una maggiore consapevolezza dei rischi da parte di personale e operatori, a tutti i livelli. Fondamentali, per garantire la sicurezza, la progettazione della rete e dell’architettura generale. La cyber resilience inizia già in fase di progettazione dell’infrastruttura IT/OT.
La suddivisione della rete in zone e l’implementazione di connessioni controllate (Conduit) tra le stesse, consentono di compartimentare i sistemi, riducendo l’impatto di eventuali attacchi e garantendo la continuità operativa. Questo approccio permette di isolare rapidamente le aree compromesse senza bloccare l’intero impianto, migliorando così la resilienza industriale.
La cyber resilience nel contesto della digitalizzazione industriale
Con la crescente digitalizzazione e l’adozione del cloud nei processi industriali, la cyber resilience è diventata un elemento chiave per proteggere dati, sistemi e infrastrutture critiche.
Le soluzioni IoT, grazie alle quali le aziende ottengono dati aggregati sempre più avanzati e in tempo reale, vanno di pari passo con l’integrazione di tecnologie di cloud sicuro, indispensabili per l’archiviazione e la protezione dei dati, vera ricchezza dell’azienda. Tuttavia, la migrazione al cloud, pur offrendo vantaggi significativi in termini di scalabilità ed efficienza, espone le aziende a nuove minacce informatiche, come attacchi ransomware e violazioni dei dati. Ecco perché è fondamentale adottare strategie di cyber resilience e scegliere un sistema di cloud sicuro e affidabile per proteggere i propri impianti, limitare ed evitare problematiche legate alla sicurezza dei dati e alla safety di persone, macchine e ambiente in un’ottica di “business continuity”.
Esempi pratici di cyber resilience
La cyber resilience è fondamentale per proteggere le infrastrutture industriali da attacchi informatici e garantire la continuità operativa. Ecco alcuni casi concreti in cui aziende hanno implementato strategie efficaci per difendersi dalle minacce digitali.
- Attacco Ransomware a un impianto di produzione
Un’azienda manifatturiera europea è stata colpita da un attacco ransomware che ha criptato i dati dei macchinari connessi alla rete OT (Operational Technology). Grazie a un piano di disaster recovery, backup segmentati e un sistema di monitoraggio avanzato, l’azienda è riuscita a ripristinare le operazioni in meno di 24 ore, evitando un fermo produttivo prolungato.
- Protezione di una Rete ICS in un’industria chimica
Un’importante industria chimica ha adottato un sistema di segmentazione della rete e firewall industriali per proteggere gli impianti SCADA. Questo ha impedito la diffusione di un malware che aveva colpito il settore IT, salvaguardando la produzione e la sicurezza degli operatori.
- Cyber Resilience in una Smart Factory
Un’azienda di automazione industriale ha implementato un sistema di monitoraggio continuo e AI per rilevare attività anomale nei dispositivi connessi. Questo ha permesso di identificare e neutralizzare un tentativo di intrusione prima che potesse compromettere il sistema di gestione della supply chain.
L’adozione di strategie di cyber resilience permette alle industrie di mitigare i rischi, garantire la sicurezza operativa e ridurre i tempi di ripristino in caso di attacco.
I benefici della cyber resilience per la continuità operativa aziendale
Se la cyber resilience è un elemento chiave per garantire la continuità operativa delle aziende, i benefici che ne derivano sono legati alla:
La cyber resilience come parte della strategia di sicurezza aziendale
Integrare la cyber resilience nelle policy di sicurezza aziendale è essenziale per proteggere i sistemi IT e OT da minacce informatiche sempre più sofisticate. Vediamo i passi necessari per integrare la cyber resilience nella strategia aziendale:
- Definizione di un framework di sicurezza: implementare standard riconosciuti (es. NIST, ISO 27001, IEC 62443) per strutturare le misure di cyber resilience.
- Segmentazione della rete e protezione degli asset critici: suddividere le reti IT e OT per evitare la propagazione delle minacce e proteggere i dati sensibili.
- Piani di risposta e disaster recovery: sviluppare procedure dettagliate per la gestione degli incidenti, garantendo tempi di ripristino minimi.
- Backup e ripristino sicuri: implementare backup frequenti e immutabili per proteggere i dati aziendali da ransomware e altre minacce.
- Monitoraggio continuo e threat intelligence: utilizzare strumenti avanzati per il rilevamento delle minacce e la risposta automatizzata agli attacchi.
- Formazione e consapevolezza del personale: coinvolgere dipendenti e stakeholder in programmi di cyber awareness per prevenire errori umani e attacchi di social engineering.
Un modello di sicurezza Zero Trust, basato sul principio “never trust, always verify”, aiuta a ridurre la superficie di attacco limitando l’accesso alle sole risorse strettamente necessarie per ogni utente e dispositivo.